1. |
La pazienza delle querce
02:17
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Quercia
ti chiedo se questo silenzio
sia cattedrale di solitudini serene
oppure il becchino che scava le distanze
Se la bellezza della tua corteccia
potrà più del grigio vuoto
di un mondo muto di rovine
e chiodi nella tempia
Fa' che resti almeno un poco di vergogna
a ricordare che c'erano argento e scintille
dove adesso c'è ardore di cenere e stracci.
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2. |
Il senso della rivolta
04:53
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Mi ritrovo a badare al mio cuore assediato
mi ritrovo a svuotare il mio cuore allagato
mi ritrovo a curare il mio cuore assetato
mi ritrovo a sedare il mio cuore affannato
A strappare il fiore nero
a tratti arreso, a tratti austero
oggi il sole fa brillare
i germogli della requie
sotto brine addormentate
Mi ritrovo a badare al mio cuore assediato...
Mai entreremo nell'altrui
neppure con rispetto
e per aiuto
Voglio riprendermi il cielo...
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3. |
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Ho la pelle incollata alla carne
la carne cucita all'anima
scioglimi dalle tue spalle
le tue dita gli aghi
i tuoi capelli i fili
le mie labbra le forbici
Ho gli occhi saldati al petto
il petto squassato
la tua lingua la fiamma
il tuo sesso l'acciaio
il mio respiro che allontana
Sorridevo di vertigine
azzannavo la polvere
Ho i piedi inchiodati al letto
il letto discioglie il tuo sangue
bagnami le labbra
il tuo sonno la sete
il tuo risveglio il sollievo
il mio sogno il deserto
Ho i polsi inchiodati al cielo
il tuo candore
la tua pelle una cura
il tuo sesso un animale
il mio bisogno la paura
Sorridevo di vertigine
azzannavo la polvere.
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4. |
Io sono un albero
04:35
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Moristi vento
rinascesti pioggia
vivesti abbandono in un'alba senza eguali
di legami esiziali
di non pronunciati addii
penzolanti come la mia nausea
silenziosi come gli abbandoni
e notti al remeron
nel disgusto all'alba...
In quell'alba io sono un albero
e ti tengo forte, più forte della morte
Nè figlia nè carne
io sono un albero
nè donna nè amante
io sono un albero
nido per i tuoi sogni
prigione per le tue angosce
nido per le tue braccia
prigione per le tue paure
nido per i tuoi figli
prigione per le tue mancanze
nido per il tuo sorriso
prigione per le tue lacrime
In quell'alba io sono un albero
e ti tengo forte, più forte della morte.
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5. |
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Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
prima che venga neve
Luce, luce lontana
più bassa delle stelle
quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
prima che faccia neve
Stanotte è venuta l'ombra
l'ombra che mi fa il verso
le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano
Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera
mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
prima che metta neve
Ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
Luce, luce lontana
che si accende e si spegne
quale sarà la mano
che illumina le stelle
Mastica e sputa
prima che venga neve...
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6. |
In cima al nulla
06:32
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Qualcuno non vuole, qualcuno mi chiama
qualcuno non parla, qualcuno s'attarda
qualcuno non crede, qualcuno ci prova
qualcuno non sa, qualcosa rimane
e ora mi stanca
Le facce che ho incrociato stasera in metrò
hanno sfondato la finestra che porto in mezzo al petto
le ho affogate nel lago oscuro dei chissà dove, chissà come
ma si fanno largo tra le bombe di sinapsi sgangherate
In cima al nulla ritrovo la pace
mi assale la gioia, la luce che dà
in cima al nulla l'aria è veloce
osservo le cose che ho sparso qua e là
Qualcuno ripete, qualcuno non sente
qualcuno migliora, qualcuno non vive
qualcuno si sporge, qualcuno non osa
qualcuno ritorna, qualcosa scompare
e ora mi manca
Un gesto consueto abitua, si fa scordare in fretta
ma di colpo può scavare dentro diventando l'ultimo
come la fame golosa che torna al mattino
dopo gonfie scorpacciate
In cima al nulla ritrovo la pace
mi assale la gioia, la luce che dà
in cima al nulla l'aria è veloce
osservo le cose che ho sparso qua e là.
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7. |
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Lunghi trasporti funebri, senza tamburi nè bande
sfilano lentamente nella mia anima
vinta, la Speranza piange.
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis
et que de l'horizon embrassant tout le cercle
il nous verse un jour noir plus triste que les nuits
Quand la terre est changée en un cachot humide
où l'Espérance, comme une chauve-souris
s'en va battant les murs de son aile timide
et se cognant la tête à des plafonds pourris
Et de longs corbillards, sans tambours ni musique
défilent lentement dans mon âme, l'Espoir, vaincu, pleure
et l'Angoisse atroce, despotique, sur mon crâne incliné
plante son drapeau noir, l'Espoir, vaincu, pleure
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
d'une vaste prison imite les barreaux
et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux
Des cloches tout à coup sautent avec furie
et lancent vers le ciel un affreux hurlement
ainsi que des esprits errants et sans patrie
qui se mettent à geindre opiniâtrément
Et de longs corbillards, sans tambours ni musique
défilent lentement dans mon âme, l'Espoir, vaincu, pleure.
(riadattamento di "Spleen" di Charles Baudelaire)
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8. |
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Attenderò che l'alba mi lucidi i nervi
e guarderoò le parole levigate dalla nebbia
solamente per sentirle risuonare
come tonfo di roccia nel fango
Sulle rive ho costruito i miei sogni di sabbia
e mentre ti accoglievo, invocavi la marea
Gli amici di tutti non sono miei amici
gli amici improvvisi non hanno amici
gli amici di tutti non hanno amici
Devo rallentare per non perdermi
i dettagli del paesaggio
per convincermi di ricordare male
Asciugare i pensieri
scrollarmi di dosso questo gelo verticale
Ho perso e ritrovato il mio nome
tra l'estetica fordista di Milano
nella ferocia degli affitti in Capitale
tra la pena di chi dove non arriva, distrugge
dentro la noia viziosa che gocciola violenza
nell'arroganza sottile del denaro
che stupra la storia e compra anche l'amore
in quel che m'aspettavo e resto ad aspettare
...e resto, e resto...
Devo rallentare fino a sentire
odore di catrame
a deridermi perchè ci stavo male
Asciugare i pensieri
scrollarmi di dosso questo gelo verticale.
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C.F.F. e il Nomade Venerabile Gioia Del Colle, Italy
I C.F.F. e il Nomade Venerabile sono un gruppo rock-wave italiano originario di Gioia del Colle (BA), nato nel 1999 e
formato da Anna Maria Stasi (voce, scenografie), Anna Surico (chitarre, synth), Vanni La Guardia (basso, seconda voce), Guido Lioi (batteria).
L'acronimo C.F.F. sta per "Concettuale Fisico Fastidio". Continua a leggere qui: www.rockit.it/cffeilnomadevenerabile/biografia.
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