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1.
Quercia ti chiedo se questo silenzio sia cattedrale di solitudini serene oppure il becchino che scava le distanze Se la bellezza della tua corteccia potrà più del grigio vuoto di un mondo muto di rovine e chiodi nella tempia Fa' che resti almeno un poco di vergogna a ricordare che c'erano argento e scintille dove adesso c'è ardore di cenere e stracci.
2.
Mi ritrovo a badare al mio cuore assediato mi ritrovo a svuotare il mio cuore allagato mi ritrovo a curare il mio cuore assetato mi ritrovo a sedare il mio cuore affannato A strappare il fiore nero a tratti arreso, a tratti austero oggi il sole fa brillare i germogli della requie sotto brine addormentate Mi ritrovo a badare al mio cuore assediato... Mai entreremo nell'altrui neppure con rispetto e per aiuto Voglio riprendermi il cielo...
3.
Ho la pelle incollata alla carne la carne cucita all'anima scioglimi dalle tue spalle le tue dita gli aghi i tuoi capelli i fili le mie labbra le forbici Ho gli occhi saldati al petto il petto squassato la tua lingua la fiamma il tuo sesso l'acciaio il mio respiro che allontana Sorridevo di vertigine azzannavo la polvere Ho i piedi inchiodati al letto il letto discioglie il tuo sangue bagnami le labbra il tuo sonno la sete il tuo risveglio il sollievo il mio sogno il deserto Ho i polsi inchiodati al cielo il tuo candore la tua pelle una cura il tuo sesso un animale il mio bisogno la paura Sorridevo di vertigine azzannavo la polvere.
4.
Moristi vento rinascesti pioggia vivesti abbandono in un'alba senza eguali di legami esiziali di non pronunciati addii penzolanti come la mia nausea silenziosi come gli abbandoni e notti al remeron nel disgusto all'alba... In quell'alba io sono un albero e ti tengo forte, più forte della morte Nè figlia nè carne io sono un albero nè donna nè amante io sono un albero nido per i tuoi sogni prigione per le tue angosce nido per le tue braccia prigione per le tue paure nido per i tuoi figli prigione per le tue mancanze nido per il tuo sorriso prigione per le tue lacrime In quell'alba io sono un albero e ti tengo forte, più forte della morte.
5.
Mastica e sputa da una parte il miele mastica e sputa dall'altra la cera mastica e sputa prima che venga neve Luce, luce lontana più bassa delle stelle quale sarà la mano che ti accende e ti spegne ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena un giorno la prenderò come fa il vento alla schiena Mastica e sputa da una parte il miele mastica e sputa dall'altra la cera mastica e sputa prima che faccia neve Stanotte è venuta l'ombra l'ombra che mi fa il verso le ho mostrato il coltello e la mia maschera di gelso e se lo sa mio padre mi metterò in cammino se mio padre lo sa mi imbarcherò lontano Mastica e sputa da una parte il miele mastica e sputa dall'altra la cera mastica e sputa da una parte il miele mastica e sputa prima che metta neve Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena un giorno la prenderò come fa il vento alla schiena Luce, luce lontana che si accende e si spegne quale sarà la mano che illumina le stelle Mastica e sputa prima che venga neve...
6.
Qualcuno non vuole, qualcuno mi chiama qualcuno non parla, qualcuno s'attarda qualcuno non crede, qualcuno ci prova qualcuno non sa, qualcosa rimane e ora mi stanca Le facce che ho incrociato stasera in metrò hanno sfondato la finestra che porto in mezzo al petto le ho affogate nel lago oscuro dei chissà dove, chissà come ma si fanno largo tra le bombe di sinapsi sgangherate In cima al nulla ritrovo la pace mi assale la gioia, la luce che dà in cima al nulla l'aria è veloce osservo le cose che ho sparso qua e là Qualcuno ripete, qualcuno non sente qualcuno migliora, qualcuno non vive qualcuno si sporge, qualcuno non osa qualcuno ritorna, qualcosa scompare e ora mi manca Un gesto consueto abitua, si fa scordare in fretta ma di colpo può scavare dentro diventando l'ultimo come la fame golosa che torna al mattino dopo gonfie scorpacciate In cima al nulla ritrovo la pace mi assale la gioia, la luce che dà in cima al nulla l'aria è veloce osservo le cose che ho sparso qua e là.
7.
Lunghi trasporti funebri, senza tamburi nè bande sfilano lentamente nella mia anima vinta, la Speranza piange. Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis et que de l'horizon embrassant tout le cercle il nous verse un jour noir plus triste que les nuits Quand la terre est changée en un cachot humide où l'Espérance, comme une chauve-souris s'en va battant les murs de son aile timide et se cognant la tête à des plafonds pourris Et de longs corbillards, sans tambours ni musique défilent lentement dans mon âme, l'Espoir, vaincu, pleure et l'Angoisse atroce, despotique, sur mon crâne incliné plante son drapeau noir, l'Espoir, vaincu, pleure Quand la pluie étalant ses immenses traînées d'une vaste prison imite les barreaux et qu'un peuple muet d'infâmes araignées vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux Des cloches tout à coup sautent avec furie et lancent vers le ciel un affreux hurlement ainsi que des esprits errants et sans patrie qui se mettent à geindre opiniâtrément Et de longs corbillards, sans tambours ni musique défilent lentement dans mon âme, l'Espoir, vaincu, pleure. (riadattamento di "Spleen" di Charles Baudelaire)
8.
Attenderò che l'alba mi lucidi i nervi e guarderoò le parole levigate dalla nebbia solamente per sentirle risuonare come tonfo di roccia nel fango Sulle rive ho costruito i miei sogni di sabbia e mentre ti accoglievo, invocavi la marea Gli amici di tutti non sono miei amici gli amici improvvisi non hanno amici gli amici di tutti non hanno amici Devo rallentare per non perdermi i dettagli del paesaggio per convincermi di ricordare male Asciugare i pensieri scrollarmi di dosso questo gelo verticale Ho perso e ritrovato il mio nome tra l'estetica fordista di Milano nella ferocia degli affitti in Capitale tra la pena di chi dove non arriva, distrugge dentro la noia viziosa che gocciola violenza nell'arroganza sottile del denaro che stupra la storia e compra anche l'amore in quel che m'aspettavo e resto ad aspettare ...e resto, e resto... Devo rallentare fino a sentire odore di catrame a deridermi perchè ci stavo male Asciugare i pensieri scrollarmi di dosso questo gelo verticale.

about

credits

released May 11, 2009

Musiche: C.F.F. e il Nomade Venerabile (tranne 5: Fabrizio De Andrè / Ivano Fossati).
Testi: Vanni La Guardia (1, 2, 6, 8), Anna Surico (3, 4), Fabrizio De Andrè / Ivano Fossati (5), Charles Baudelaire (7).

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C.F.F. e il Nomade Venerabile Gioia Del Colle, Italy

I C.F.F. e il Nomade Venerabile sono un gruppo rock-wave italiano originario di Gioia del Colle (BA), nato nel 1999 e formato da Anna Maria Stasi (voce, scenografie), Anna Surico (chitarre, synth), Vanni La Guardia (basso, seconda voce), Guido Lioi (batteria).
L'acronimo C.F.F. sta per "Concettuale Fisico Fastidio". Continua a leggere qui: www.rockit.it/cffeilnomadevenerabile/biografia.
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