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1.
Moristi vento rinascesti pioggia vivesti abbandono in un'alba senza eguali di legami esiziali di non pronunciati addii penzolanti come la mia nausea silenziosi come gli abbandoni e notti al remeron nel disgusto all'alba... In quell'alba io sono un albero e ti tengo forte, più forte della morte Nè figlia nè carne io sono un albero nè donna nè amante io sono un albero nido per i tuoi sogni prigione per le tue angosce nido per le tue braccia prigione per le tue paure nido per i tuoi figli prigione per le tue mancanze nido per il tuo sorriso prigione per le tue lacrime In quell'alba io sono un albero e ti tengo forte, più forte della morte.
2.
Sasso 04:08
Nella mia stanza immaginavo il rumore dell'acqua che scorre del vento che pettina l'erba il candore dei ghiacciai stesi su roccia liscia perchè al di là del vetro non vedevo che mosche incollate alla miseria figure stanche e avvelenate. Cercavo la dignità discreta degli sport minori il silenzio accogliente dei rientri dal traffico volgare ma m'incagliavo nell'arroganza insofferente dei critici tanteopinioninessunafatica degli indie-rocker pezze al culo very fashion nella cattolica chiesa che barcollava urlando perdono. Adesso sento addosso un futuro scalzo come un sasso l'inutilità di un parabrezza frantumato l'esilio dal senso comune. Eppure riluce intenso il sorriso di Martino. Vorrei entrare per sempre in una fotografia ingiallendo nell'oblio di chi mi era accanto.
3.
Qualcuno non vuole, qualcuno mi chiama qualcuno non parla, qualcuno s'attarda qualcuno non crede, qualcuno ci prova qualcuno non sa, qualcosa rimane e ora mi stanca Le facce che ho incrociato stasera in metrò hanno sfondato la finestra che porto in mezzo al petto le ho affogate nel lago oscuro dei chissà dove, chissà come ma si fanno largo tra le bombe di sinapsi sgangherate In cima al nulla ritrovo la pace mi assale la gioia, la luce che dà in cima al nulla l'aria è veloce osservo le cose che ho sparso qua e là Qualcuno ripete, qualcuno non sente qualcuno migliora, qualcuno non vive qualcuno si sporge, qualcuno non osa qualcuno ritorna, qualcosa scompare e ora mi manca Un gesto consueto abitua, si fa scordare in fretta ma di colpo può scavare dentro diventando l'ultimo come la fame golosa che torna al mattino dopo gonfie scorpacciate In cima al nulla ritrovo la pace mi assale la gioia, la luce che dà in cima al nulla l'aria è veloce osservo le cose che ho sparso qua e là.
4.
Del decoro 04:43
Come quando resto mani nelle mani come quando sciolgo neve e sette nani Come quando sfrego ruggine fra i denti come quando cadi curvo e sedimenti Come quando lavo gli occhi con il vento come quando sogno di chi non ha volto Come quando cerco ghiaccio che ribolle come quando strazio la mia muta pelle C'est alors que je mets mes habits de fête que j'arrache des secrets et mon coeur s'arrête Come quando vesto l'anima di incanto come quando svendo il mio sonno al pianto Come quando m'armo di curve apparenze come quando brindo alle mie tre mancanze Come quando lecco al midollo i miei dissesti Nietzsche intese il sesso assecondo iconoclasti Come quando presto ascolto alla mia amica non con le parole abbracci in fondo al cuore.
5.
Sul se 07:15
Il punto è al principio di frase. Meglio per me. Oltre mani tese oltre bisogni impastati d'ordinario tentativi rinnovati finchè fiacchi. Finchè la materia. Nulla di più spirituale se è dove conservo manciate d'iridio se è tinta di gioie per cui ancora ricerco parole cerco invano gli agguati e catture in ampolle. La verità frana se ammessa. Sa di pane troppo cotto di lenzuola stropicciate. Nella custodia degli attimi divampa la vita nelle attese frementi. In perfetto fuori tempo. Se il profilo schiacciato sotto lastre in una stanza tossisse vetro scivolando via tra le architetture berlinesi... ...potessi rinascere stella cadente esalerei nel desiderio suadente di un desiderio svelato... ...talora mi pressa un pensiero di morte spirare tra spettri più forti di me in questi anni di ghiaccio.
6.
Birkenau 06:19
Le fronde mie tremavano al sibilo delle sirene soffocava il loro affanno, scavava giù il respiro. Ero sostegno, assieme a torrette, al filo spinato confine a marce silenti di inermi internati. Di arbusti miei amici fatti vagoni in rotaie l'anima mi suggerì: "Ardon dentro di sete, morsi di fame l'aria schiuma fiati ovattati di feci ed urine": qui li ha sbattuti d'incubo un viaggio con nostalgia. Spiriti inoltre di alberi in case rubate corretti narrano commossi di gioie vetuste, famiglie in frantumi come gemon quelli che adesso hanno sembianze di randello la causa è che dispensano ciniche carezze su sagome spaurite non cento immagini o mille parole diranno: "Olocausto" questa è stata storia, è, sarà vergogna di vite a milioni. Scioglievo la resina in lacrime, gelo crudo nella linfa: razza pura d'odio folle in un mondo dell'assurdo. Smorte le foglie per acri fumi di trapassi da forni monche radici: atrofici arti vibravano vanghe smaniose di terra come le fosse agognavano carni. Sfatti, stringevan la vita fra pistole divertite in tensione da torture, Mengele e scherzi in docce. Umana decaduta condizione: marchiati, stipati nell'oscurità, umiliati resi belve contro sui residui di brodaglie femmine non donne, salme non vecchi o bambini; crudeli, ferine brutalità, nefande atrocità in ariani occhi di ghiaccio, in beffarde revisioni: or tra i fiori, Lisl, carpisco quanto sterile sia l'astio che lambisca e più le genti: "Andenken in form von gewissen".
7.
Fiumani 05:21
Vi ha mai sorpreso la secca compagnia scolpita dal suono dello sfregare delle vostre suole sull'asfalto di strade notturne? Di frequente mi ridesto da dinamiche in pensiero, nel desolante strapiombo reale. Attorniato dall'apnea di sorrisi sociali e feste edulcorate scuoto polveri, residuo del viaggio. O, trasandato, le rigetto a ritmi industriali. Nello specchio opaco di un cesso pubblico cerco un gesto d'istinto, smorfie epidermiche, il crimine, la malattia. Strizzo da me liquami emozionali e, storpio nei modi e nella bocca, studio da murena. Ho le vene ingarbugliate, la testa rasa al suolo e un umore come diciannove punk nei conventi di febbraio. Mentre scarnifico i momenti offendi il mio decoro spalmato sotto quintali di treni in collisione. Ci incastriamo alla meno peggio. Il meno è combustione.
8.
Mi faccio equilibrista, Salomone mascherato uso l'occorrenza, ho la pancia dei silenzi voglio la pensione cromata bricolage, nel letto la carogna di un uomo saccheggiato. D'idiozie, fuori c'è la guerra per un posto nel mercato intellettuale per nascondersi l'inetto che macera fuori c'è una guerra accomodata. Lo schiaffo che dà l'onda alla battigia spezza la cornice di dense passeggiate seduce, annienta, sublima la scelta impopolare ma non ci bado perchè il popolo si omette da sè. Mentre riscaldo brodino vegetale inghiottisco i profumi dell'aria piovosa ingaggio coraggio, fiero m'equipaggio ortica fra le cosce di sguatteri blindati: solo lo sono fra molti se sono isolato da quello che sono. Dentro c'è una guerra a quella guerra pace in all'erta... Al guado d'amate correnti alternate odio la pensione e quel fottuto bricolage.
9.
Satori 04:35
Vieni a rompere il silenzio vieni a fendere lo spazio vieni ed aprimi una breccia da cui sgorga una parola che rinfresca che risana e che salva... Silenti barbagli di luce mi trafiggono gli occhi spietato come cristallo mi lasci in terra accecato Come un'ombra in una casa deserta... See the frost around the clothes leave your picture by the wall like a shadow in a desert home if I dream I'll walk Mi aiuti il bardo a ricordare che siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra piccola vita è cinta di sonno Nel solco dei lustri miei scorgo gli strappi e cadute che restano a dirmi che fertile schianto è l'incedere come se polvere fosse l'essenza d'esistere See the frost around the clothes leave your picture by the wall like a shadow in a desert home if I dream I'll walk
10.
Troppa vita mi dai le mie vene esplodono è il conficcarti tuo nel foglio Troppa vita mi dai quando esanime mi fingo poeta per ingannarti Troppa vita mi dai ridai colore al mio sangue. Ora che ho sepolto l'infanzia mi sarà facile crescere con la vile ideologia di chi scrive sui muri "fuoco alla borghesia" e di giorno se la scopa. Troppa vita mi dai se vengo a morire nei tuoi occhi Troppa vita mi dai mentre aggredisco e tremo Troppa vita mi dai ottenebrante di riverberi Troppa vita mi dai... Ora che scompaio dopo un orgasmo come linguaggio liquido affogo tra le lenzuola per cercarti in un altro momento o per non trovarti mai più. Chiederei la tua nudità per vestirti d'inchiostro in un anemico risveglio...

about

credits

released December 1, 2006

Musiche: C.F.F. e il Nomade Venerabile.
Testi: Vanni La Guardia (2, 3, 5, 6, 7, 8), Anna Surico (1, 10), Vanni La Guardia e Anna Maria Stasi (4, 9).

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about

C.F.F. e il Nomade Venerabile Gioia Del Colle, Italy

I C.F.F. e il Nomade Venerabile sono un gruppo rock-wave italiano originario di Gioia del Colle (BA), nato nel 1999 e formato da Anna Maria Stasi (voce, scenografie), Anna Surico (chitarre, synth), Vanni La Guardia (basso, seconda voce), Guido Lioi (batteria).
L'acronimo C.F.F. sta per "Concettuale Fisico Fastidio". Continua a leggere qui: www.rockit.it/cffeilnomadevenerabile/biografia.
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